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Desperate Surfer's Wife

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BREVE INTRODUZIONE ERUDITA

Avevamo programmato l’escursione alla Riserva di Vendicari in una assolata mattinata autunnale.

Per la cronaca, Vendicari in provincia di Siracusa – è un’oasi naturale famosa per la sua bellezza incontaminata, importante per la presenza di pantani che favoriscono la sosta degli uccelli migratori, che vanta 13 km di costa rocciosa e sabbiosa, meravigliosa.

Per gli amanti dell’escursionismo, dello snorkeling e del birdwatching non c’è meta migliore.

Spero che questa introduzione altamente erudita possa bastarvi e convincervi a visitare questo luogo, me ne renderete merito.

TORNIAMO AI NOSTRI EROI

Era venerdì ed avevamo sottovalutato il flusso di turisti che, come noi, erano rimasti a secco di scampagnate negli ultimi giorni, a causa di una insolita e molto umida perturbazione sicula. Seguendo le indicazioni, eravamo finiti su una strada nel verde, abbastanza stretta, lungo la quale si erano già incanalate diverse macchine.

Parcheggiare in prossimità della riserva iniziava ad essere un problema.

E fin qui, tutto normale. Se non fosse per il fatto che il mio dolce maritino, si addice poco al conformismo: per lui visitare una località tipicamente turistica in una giornata di sole, durante il weekend, equivale ad una sconfitta del suo spirito libero.

Seguendo questa logica strampalata ed il mio amore per lui, sono dieci anni che non vado in spiaggia d’estate, salvo infelici eccezioni durante le quali diluvia, tira vento e naturalmente, ci sono belle onde.

ESCURSIONISTI CONTROCORRENTE

L’incipit che prevale nelle escursioni di Emanuele – e quindi della sottoscritta – è quello di evitare qualsiasi sorta di affollamento. Della serie: noi le regole anti assembramento tristemente di moda in questi ultimi mesi, le seguiamo da un decennio.

Ed eccoci in Sicilia, volenterosi di visitare la Riserva di Vendicari.

L’ingresso principale, era stato accantonato a piè pari, una volta capito che un’altra manciata di turisti si erano permessi di avere la nostra stessa idea.

Stavo per vedere svanita la mia escursione.

Emanuele aveva timidamente iniziato a paventare proposte alternative, tipo un giro veloce della Sicilia, alla ricerca di qualche spiaggia che nascondesse una bella onda da surfare.

E nella mia mente già si faceva strada un’equazione tristemente nota:

Niente onde + voglia di surfare = 10 ore di macchina completamente inutili.

A questo punto, la tecnica dello sguardo nel vuoto e del mutismo improvviso funziona sempre.

Dopo sei minuti di silenzio, che coincidevano esattamente con l’allontanarsi dalla riserva, il mio inseparabile compagno di viaggio tornava sui suoi passi, proponendo una strada alternativa, che evitasse la confusione ma ci permettesse comunque di visitare Vendicari.

E per fortuna, un’alternativa c’era.

UN PERCORSO ALTERNATIVO

Procedendo verso sud, direzione Marzamemi, esiste un altro accesso alla Riserva, quello confinante con San Lorenzo, per la precisione la Cittadella de Maccari.

Grande piazzale, pochissime auto parcheggiate. Avevamo trovato la quadratura del cerchio.

L’escursione poteva finalmente avere inizio, comodamente alle 10.30 del mattino, con il sole a picco e senza acqua al seguito. Accortezze esemplari, da perfetto escursionista.

Vabbè, tralasciamo.

Per rientrare nel rango della travel blogger informata e sollecita, vi do qualche pillola di utilità: prezzo di ingresso alla Riserva, veramente irrisorio, ma non ricordo esattamente quanto. Personale molto gentile e socievole.

 

SCEGLI IL PERCORSO CHE FA PER TE

La guida proponeva tre diversi itinerari, in base alla posizione ed agli interessi:

  • BLU per conoscere la zona nord della Riserva e che prevede una sosta alla spiaggia di Calamosche, la più famosa dell’area
  • ARANCIO partendo dall’ingresso principale della Riserva, si addentra nella zona centro nord e permette di visitare la mitica Tonnara, la Torre Sveva e le spiagge di Vendicari e Calamosche
  • VERDE per gli appassionati di archeologia, approfondisce l’area centro-sud

Noi quale itinerario abbiamo seguito? La nostra specialità: un pò di qua, un pò di là, per un totale di tre ore di camminata allo sbando, perché, naufragar c’è dolce…sempre e comunque.

Siamo passati da spiagge meravigliose e pressoché deserte a percorsi nel verde, tra il profumo delle erbe selvatiche e della salsedine.

VESTIGIA BIZANTINE

Ci siamo imbattuti nella Necropoli Bizantina, solo perché un cartello è accorso in nostro aiuto, indicandoci la via. Un segnale che non poteva essere ignorato.

E giustamente, trattandosi di catacombe, a prima vista abbiamo avuto difficoltà a scorgere qualsivoglia vestigia bizantina.

Ma poi, il nostro straordinario acume all’Indiana Jones, ci ha permesso di scoprire un percorso sotterraneo, nel quale Emanuele si è avventurato, mentre io dirigevo la spedizione dai piani alti.

Il nostro vagabondare è poi proseguito verso i pantani, nei quali l’indomito Emanuele mi ha preceduta, per risparmiarmi un pò di camminata sotto il sole e ricordo, senza acqua.

Risultato: i pantani io li ho visti solo da lontano, come anche gli uccelli che pigramente si abbeveravano alle acque fulgide, beati loro.

QUI FINISCE L’AVVENTURA…

Non siamo arrivati alla Tonnara, e neanche alla spiaggia di Calamosche, altrimenti vi avremmo svelato tutto e poi non avreste più avuto il gusto della scoperta.

Quando erano le due del pomeriggio, o giù di li, il livello di disidratazione era da considerarsi apprezzabile, potevamo quindi tornare verso la macchina e trovare un posto dove rifocillarci e riposare le nostre stanche membra.

In un mondo ideale, avremmo avuto un lauto pranzo al sacco, ci saremmo sdraiati ad abbronzarci, per poi tuffarci nel mare blu.

In un mondo perfetto, io sarei stata alta, soda e sempre pettinata.

Nel mondo reale, eravamo assetati, sudati ed irrimediabilmente scarmigliati.

POST SCRIPTUM

Un encomio speciale ai manutentori della Riserva, sorridenti e disponibili a fare due chiacchiere, pur continuando a zappettare e, soprattutto, pulire.

Una nota di demerito ad una buona dose di visitatori, che lasciano rifiuti e sporcizia.

Noi non abbiamo visto nessun tipo di pattume, ma dai racconti del personale di servizio, abbiamo tristemente capito che neanche la visita di una Riserva Naturale immacolata come quella di Vendicari, desiste l’escursionista ignorante dal disseminare bottigliette, sacchetti e compagnia bella.

Vorrei trovare le parole adatte per illuminare tante menti ancora spaventosamente ottuse, ma sono a corto di saggezza stasera. Quindi vi lascio con una frase del buon vecchio Albert (Einstein):

Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma riguardo l’universo ho ancora dei dubbi.

Ragionateci sopra ?