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Desperate Surfer's Wife

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Home, sweet home

Per quel che mi riguarda, prendo più facilmente un aereo, che la macchina per andare in centro a Roma.

Questo significa che quando siamo a casa, si innesca una sorta di auto esilio nel quale anche uscire a fare la spesa, equivale ad uno sforzo sovrumano. Un pò per pigrizia, un pò perché non riesco a tacere di fronte all’ignoranza dilagante – ritrovandomi protagonista di scenette divertenti, ma anche potenzialmente pericolose. Quindi per spirito di conservazione, mi aggrappo a regole basilari del tipo:

Chi si fa l’affari sua, vive fino a cent’anni e mettici dentro pure occhio non vede, cuore non duole.

Rome, sweet Rome

La calma paranormale dei lockdown è ormai lontana, e Roma è tornata quella di sempre… dal nostro quartiere, per raggiungere il centro storico ci sono tre diverse opzioni:

1 – Prendere i mezzi. Scelta ecologica, economica, zero problemi di parcheggio…Hai detto poco.

In pratica: Trenino Lido-Roma. Metro B e Metro A. Varie ed eventuali: guasti, scioperi, ritardi, vagoni fantasma, e chi più ne ha.

Passata la voglia già al pensiero di raggiungere la stazione del primo treno.

2 – Andare in auto. Inquini e spendi il doppio rispetto ai mezzi pubblici. Se cerchi di aggirare il traffico delle ore di punta scegliendo fasce orarie alternative, quel giorno l’amministrazione pubblica avrà deciso una potatura straordinaria della Via del Mare. Tanto chi esce di casa alle 10.00 del mattino non ha nulla di urgente da fare, quindi una bella fila chilometrica aggiungerà solo un pò di sale ad un’esistenza grigia e noiosa. E non sarebbe neanche il traffico, il deterrente maggiore…perché prima o poi a destinazione arriverai, solo a quel punto il gioco si farà duro. TROVARE PARCHEGGIO.

Passata la voglia di programmare qualsiasi appuntamento – non strettamente necessario – all’interno del GRA.

3 – Andare in auto, ma adottare una tattica da romano al quale non si può nascondere nulla. Parcheggiare sotto casa dei suoceri, e cavalcare le ali della libertà: il motorino. Peccato che noi viviamo a Roma Sud, e loro a Roma Nord. Non credo ci sia da aggiungere altro.

Però, io Roma la amo. Con tutto il cuore. Giuro! E quindi, quando capita l’occasione per dormire in “centro centro” quasi mi commuovo.

 

In trasferta di lavoro

Dovevamo fare un servizio fotografico per un nostro cliente, fra l’altro in un B&B molto carino ed incredibilmente centrale, a Via della Croce.

Il lavoro iniziava il lunedì mattina, ma con l’ansia da prestazione traffico, ci dirigevamo alla meta di domenica sera.

Parcheggio pseudo selvaggio a Via della Croce per lasciare a tempo record attrezzatura e bagagli. Ricerca parcheggio – a carico di Emanuele, of course.

Insediamento in camera.

Cena Sushi take-away.

Spostamento e parcheggio auto a Roma Nord – onde evitare salasso parchimetri – impossessamento del motorino.

Tutti i giri a carico di?! Il nostro eroe, Emanuele. Io dopo l’ultimo boccone di sashimi ero già a letto.

L’utile al dilettevole

Una volta insediati, senza più preoccuparci del come, dove e quando, la città era nostra. E fu così, che Emanuele trascorse i due giorni successivi rinchiuso a fare foto, ed io a passeggiare, per lo più.

Lunedì di febbraio. Ore 7.00. Cielo terso, aria frizzante.

Via della Croce. Scalinata Trinità dei Monti. Pincio. Piazza del Popolo.

Ora per un pò me ne starò zitta – o quasi – condividendo con voi le immagini di una passeggiata in punta di piedi, nella Città Eterna.

La passeggiata del Pincio.

Di Epoca Napoleonica, ma non troppo.

 

Nel 1810 l’amministrazione napoleonica decise di creare un parco cittadino tra Villa Medici, Piazza del Popolo ed il Muro Torto. Fu così che il romanissimo architetto Giuseppe Valadier presentò entusiasta il suo progetto.

Scartato a più pari perché non della nazionalità giusta, i lavori vennero affidati al francese Louis Martin Berthault.

Nel giro di pochi anni Napoleone passò di moda e dal 1814 in poi, Valadier ricevette l’incarico di completare l’opera.

Gemelle diverse

Sapevate che le Chiese di Santa Maria in Monte Santo e quella di Santa Maria dei Miracoli – a Piazza del Popolo – non sono esattamente uguali?

Per una questione di spazio, Santa Maria in Monte Santo o chiesa degli Artisti – quella a sinistra – ha una cupola dodecagonale, mentre l’altra ha una cupola ottagonale. É solo un effetto ottico che, a distanza, ce le rende praticamente uguali. Anche gli interni differiscono, visitare per credere 🙂

Quella della fotografia è la Chiesa degli Artisti.

La grande bellezza

Cosa sono agli occhi della gran parte della gente?

Una nullità, un uomo eccentrico o sgradevole – qualcuno che non ha posizione sociale ne potrà mai averne una; in breve l’infimo degli infimi.

Ebbene, anche se ciò fosse vero, vorrei sempre che le mie opere mostrassero cosa c’è nel cuore di questo eccentrico, di questo nessuno.

V.V.G.

Ancora fino al 26 marzo, a Palazzo Bonaparte, la Mostra su Vincent van Gogh.

I dipinti non sono molti, rispetto all’immensità di contenuti del Van Gogh Museum di Amsterdam, ma un viaggio nella mente e nell’opera di questo maestro vale sempre.

Soprattutto, io vi consiglio di dedicare del tempo a leggere tutti i pensieri tratti dalle lettere scritte, soprattutto, al fratello Theo nel corso degli anni. Per conoscere l’anima profonda e meravigliosa di Vincent, al di là dei quadri.

Una sorpresa finale

Reggetevi forti! Ho degli indirizzi utili da consigliarvi. Però, non vi ci abituate!

RESTAURI ARTISTICI SQUATRITI

Quando ero piccola, se succedeva qualcosa ad uno dei miei bambolotti, i miei genitori dicevano che lo avremmo portato all’Ospedale delle Bambole.

Per me era un luogo leggendario, dove un medico in carne ed ossa si sarebbe dedicato alla cura dei miei giochi bisognosi di cure.

Questo posto in effetti esiste, in Via Ripetta 29. C’è chi dice che la vetrina straripante di antiche bambole ferite sia spaventosa. Per me, rimarrà per sempre un luogo magico.

LA BANCARELLA DEL PROFESSORE

Non ditemi che non vi è mai capitato di transitare per Piazzale Flaminio, senza notare la mitica bancarella dei libri usati. Per me è una tappa obbligata. Mi piace stare lì in piedi, cercando un libro dimenticato, dalla copertina lisa: un libro che ha da raccontare molte storie, oltre a quella scritta al suo interno.

E magari, cercando cercando, ti ritrovi a comprare una vecchia edizione del Touring degli Anni ’40, per riscoprire un’Italia che non hai mai conosciuto.

Se amate i libri, come la sottoscritta, oltre alla bancarella, date un’occhiata al catalogo infinito di Libri Saggi, l’estensione moderna di questa bancarella storica, che nella versione online vanta 4 MILIONI di tomi!

LA VITA É UN MOZZICO

A camminare e leggere vi è venuta fame? Altra tappa pseudo obbligata per un pezzo di pizza farcito con tutto lo scibile umano e non. La vita è un mozzico a Via Brunetti 4 è una bottega dei desideri, dove qualsiasi golosità salata vi verrà esaudita. Spesso c’è fila, ma a ragion veduta. I prezzi non sono da periferia, ma neanche da pieno centro storico.

 

IL TEMPIO DELLA CARNE

Amici vegetariani, non me ne vogliate. Nelle nostre abitudini alimentari, nel nostro piccolo, anche noi cerchiamo di limitare al massimo il consumo di carne, mantenendo un incipit imprescindibile, se dev’essere, che sia carne di ottima qualità. Perché non sia un’insana abitudine, ma un gustoso fuori programma.

A passeggio in centro non è che uno stia a pensare a comprare la carne, ma se vi dovesse capitare, fate sosta dall’imperatore dei macellai romani: Annibale!