PIANTE GRASSE DIPENDENTE
Non so voi, ma io adoro le piante grasse. Nei confronti delle succulente ho una sorta di mania compulsiva che mi spinge a comprarne a ripetizione, accumulando vasi e vasetti che distribuisco in tutto il giardino.
Purtroppo mi capita di disseminare qua e là anche cactus, dove meno te li aspetti; per la gioia di Emanuele che spesso e volentieri lancia ululati e mi intima a mettere in sicurezza le piantine dagli inusitati pungiglioni. Storie vere di vita vissuta.
IL PARADISO DELLE SUCCULENTE
Programmando il viaggio in Sicilia, avevo prenotato alle Dimore del Valentino con il sentore che si trattasse di un bel posto, mai avrei immaginato di ritrovarmi nel paradiso delle piante grasse! Insomma, avevo visitato il loro sito e ne ero stata incuriosita, ma nessuna descrizione potrà mai valere la sensazione di aggirarsi per quel vivaio sterminato, senza nessuna fretta, circondato esclusivamente da succulente e cactacee.
10.000 mq di serre straripanti di vegetazione, il vasto giardino dove si allineano file sconfinate di cactus, e poi, le spesse mura della masseria, al riparo delle quali è dolce addormentarsi.
FERMATI AD ASCOLTARE IL SILENZIO
Sicuramente il nostro viaggiare fuori stagione ha favorito quell’atmosfera di paradisiaca tranquillità: pochissima gente intorno, nessun rumore, se non il vento tra gli alberi ed il raglio di un asino insofferente.
Quelle tipiche situazioni nelle quali avresti mille posti da visitare – Modica è a un tiro di schioppo…- ma passi le ore a vagabondare, ipnotizzato da una piantina che sta mettendo i primi germogli o dalle fusa di un micetto in cerca di coccole.
Per me il viaggio è anche questo, fermarsi ad ascoltare i propri bisogni, non essere ossessionati dal vedere e fare, ma rallentare il ritmo ed ascoltare il silenzio.
Siamo talmente abituati a correre, che anche in questi mesi di lockdown a fine giornata mi sono spesso resa conto che le ore erano volate via, senza che io me ne accorgessi, senza che mi fermassi a viverle consapevolmente.
La noia è sempre stata sottovalutata, credo invece che quei momenti in cui lo sguardo si perde nel vuoto e per qualche secondo non pensi a nulla, siano piccoli spicchi di eternità che troppo spesso non riusciamo a cogliere.
Quando incontro un posto che spinge il mio sguardo a perdersi in qualcosa che non c’è, vorrei non andarmene più.
L’ospitalità della famiglia Allibrio alle Dimore per noi è stata una dolce sorpresa: accoglienza discreta, chiacchiere spontanee, silenzi e sorrisi. Tutto molto naturale, come se ci si conoscesse da sempre. E infatti, siamo finiti a mangiare la pizza insieme, come amici navigati. Che bello.
MODICA, SCICLI E DOLCI FUORI PROGRAMMA
Poi, ogni tanto dovevamo pur uscire, la prima scelta, come ben immaginerete era la ricerca delle onde.
Quando dopo sopralluoghi, telefonate con amici, studio certosino delle condizioni meteo, si deliberava ufficialmente che non si sarebbe surfato, potevamo procedere con qualche gita turistico-culturale. Alleluja.
Ed eccoci alla volta di Modica, con le sue strade ordinate e pulite, la sua eleganza cavalleresca ed il fascino barocco.
Ti guardi intorno con lo sguardo da ebete e l’esclamazione più spontanea è WOW!
Nelle passeggiate crepuscolari alla scoperta della città, hai la sensazione che, voltando l’angolo, ti possa ritrovare in un’altra epoca, quella di dame eleganti e scontrose, nobili carrozze e palazzi misteriosi. E allora abbassi la voce, accarezzi le mura centenarie e ti lasci trasportare dall’atmosfera magica…fino a ricordarti che, oltre ad essere in una città meravigliosa, sei anche nella culla della cioccolata più buona al mondo!
CIOCCOLATA DI MODICA, MON AMOUR
E allora, tappa obbligata da Bonajuto, dove oltre a trovare cacao in tutte le forme, puoi farti comodamente impacchettare cannoli siciliani DOC da portarti a casa per colazione. No, vabbè, non pensate che cioccolato di Modica e cannoli freschi straripanti di ricotta possano essere uno spicchio di paradiso?
Insomma, la vita è già abbastanza dura di per sè, perché allora non dedicarsi piccole gioie caloriche?
I prezzi non sono esattamente popolari, ma Bonajuto è la tradizione per antonomasia e la qualità delle sue creazioni è indiscutibile.
Con oltre 150 anni di storia, detiene il primato della più antica fabbrica di cioccolato in Sicilia e di una delle più storiche in Italia.
Quando ancora a Modica le massaie producevano il cioccolato in casa, amalgamando pasta amara di cacao, amido, zucchero e cannella, se si voleva fare un “regalo di valore” era da Bonajuto che si andava.
Noi ci siamo finiti due volte in tre giorni, ragionateci sopra.
Ma visto che non si vive di soli dolci, parliamo anche di companatico!
SCICLI IL COMMISSARIO MONTALBANO E LE GIOIE DEL PALATO
Ed allora, spostiamoci a Scicli, dove per gli appassionati di Montalbano sarà d’obbligo una passeggiata al Municipio alias il Commissariato di Vigata e Palazzo Iacono, meglio conosciuto come gli esterni della questura di Montelusa.
Quando la fiction supera la storia dell’arte…
Scicli annovera l’ambito titolo di Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, insieme alle altre sette città tardo barocche della Val di Noto: Modica, Caltagirone, Noto, Palazzolo di Acreide, Ragusa e Militello in Val di Catania.
Abbandonate la macchina e perdetevi nelle viuzze per scoprire palazzi sontuosi ed imponenti, chiese rupestri ed eleganza decadente.
PAUSA PRANZO PER INTENDITORI
E quando sarete stanchi ed affamati, fermatevi a pranzo da Garum.
I nostri amici locali ce lo hanno consigliato l’ultimo giorno e siamo arrivati a destinazione in Zona Cesarini, visto che erano in chiusura e noi decisamente in ritardo. Ma ci hanno accolto a braccia aperte con cortesia e professionalità.
Il locale è semplice, ma non fatevi influenzare dagli arredi spartani, perché vi accorgerete che invece la cucina ha molto da offrire.
La carta si adatta a ciò che di fresco si è pescato la mattina, lasciatevi consigliare e godetevi un ottimo pranzo dai veri sapori siciliani, a prezzi concorrenziali.
CENA DELLE GRANDI OCCASIONI
Se per la serata volete continuare il trend positivo e mangereccio, noi siamo rimasti incantati da La Grotta.
E qui è d’obbligo una breve premessa: lo sapete che Scicli è attraversata e tagliata letteralmente in due da una cava?
Se siete appassionati di percorsi storico-naturalistici, armatevi di scarponcini, abbigliamento da trekking, ed eccovi serviti un’escursione coi fiocchi!
Partendo dalla Chiesa di Santa Maria di Nova – a Scicli, of course – potete inerpicarvi su per un sentiero che arriva al Cozzo della Santa Cassa e proseguire poi su un altipiano che costeggia la cava stessa. Cammina cammina, arriverete fino al Colle San Matteo – che con la sua Chiesa domina la città e ne è il simbolo stesso – per poi scendere e ritrovarvi di nuovo in centro.
A quel punto, se avrete calcolato bene i tempi, vi sarete proprio meritati una bella cena a La Grotta.
Devo ammettere che noi abbiamo saltato a piè pari il percorso trekking, ma non per cattiveria! Io amo le camminate, ma al momento non ho abbastanza energie per inerpicarmi su pendii e risalite… Però, sono ancora un’ottima masticatrice! Quindi le sfide a tavola riesco ad affrontarle a quattro ganasce, come se non ci fosse un domani J e comunque, questo ristorante si sviluppa proprio all’interno della Cava di Santa Maria la Nova, quindi nel mio piccolo anche io posso vantare un’escursione geologica nel cuore di Scicli, no?!
Pesce crudo meraviglioso, salsine paradisiache, antipasti a gogo, e non solo…
Per pura gola, cosa che non mi capita spesso, ho ordinato una pasta alla Norma, quando già ero più che sazia, ma avrei assaggiato tutto!
Chapeau, come al solito, alla cucina siciliana ed ai luoghi che vanno scoperti, apprezzati e vissuti.
Anche questa volta, il tempo si è dimostrato tiranno e la nostra parentesi a Modica e dintorni troppo breve. Torneremo. Cin Cin!