Gubbio, una domenica di fine gennaio, anno domini 1240.
Accanto ad un imponente camino acceso, immagino un uomo illustre, intento a scrivere una missiva, che così recitava:
“ Federico II , Imperatore dei Romani, Re di Gerusalemme e di Sicilia….volendo che si faccia l’acquisto del materiale per il Castello che presso Santa Maria del Monte vogliamo sia costruito, benché esso non appartiene alla tua giurisdizione, pure affidiamo alla tua fedeltà l’incarico di fare fronte senza indugio detto acquisto di calce, pietre e di tutte le altre cose opportune, tenendoci sempre informato di quanto farai….”.
Il destinatario era cotal Riccardo di Montefuscolo, Giustiziere di Capitanata, che prese in carico l’incombenza affidatagli dall’imperatore, e si mise a lavoro.
Fu così, che dai resti di un’antica abbazia benedettina, tra le colline della Murge , prese forma Castel del Monte.
Le notizie intorno alla costruzione di questo maniero dei misteri sono poche, frammentarie e confuse; ed è proprio da questi ingredienti magici, che le leggende prendono forma.
UN MISTERO MILLENARIO
Fortezza inespugnabile contro le invasioni?
Castello di rappresentanza?
Misterioso luogo di culto?
Insomma, nel corso dei secoli la matassa si è andata sempre più ingarbugliando, lasciando poco spazio alla chiarezza.
Storici, virtuosi studiosi, archeologi, hanno sviluppato teorie variegate sulla reale motivazione che mosse Federico II ad ordinarne la costruzione; nessuna dotta congettura ha mai preso il sopravvento rispetto alle altre.
In queste righe – sia ben chiaro – non si ha la pretesa di trovare una risposta a secolari interrogativi intellettuali, piuttosto quella di dare vita e colore a Castel del Monte. Perché, arrivando al suo cospetto oggi, si rimane abbagliati dall’imponenza architettonica, ma si fa fatica ad immaginare come fosse, quando la vita fluiva tra quelle mura.
Quindi, prendiamoci per mano, abbandoniamo i nostri preconcetti temporali e nozionistici, ed avviamoci in carrozza tra i boschi rigogliosi della Puglia, nelle Murge Occidentali.
BENVENUTI A CORTE
Il Castello è li, ad attenderci imponente e scintillante nella sua veste di pietra e marmo; spicca immacolato attraverso i boschi, innalzandosi su una vasta collina circondata dal verde ed incorniciata dal blu cangiante del cielo.
Veniamo per invito dell’Imperatore, appassionato falconiere, pronti a partecipare ad una battuta di caccia.
Nel piazzale antistante l’entrata, fervono le attività più disparate: artigiani, scudieri, maniscalchi, guardie imperiali. E poi, animali da cortile, cavalli a riposo, bambini che schiamazzano.
Qui, proprio fuori delle mura castellane, si sviluppa la vita complementare ed indispensabile al quotidiano imperiale: non esisterebbero nobili libagioni, principesche residenze, se qualcuno non lavorasse alacremente per mantenere cotanta abbondanza.
TOC TOC, C’É NESSUNO?
Oltrepassato la guarnigione di maestranze, davanti a noi, la facciata principale del Castello. Esposto ad est, nel punto in cui il sole sorge negli equinozi di primavera ed autunno, il portale d’ingresso: un tripudio di breccia corallina, capitelli, mosaici e bassorilievi marmorei, che gelosamente incorniciano un portone di bronzo ed argento.
Cosa ci aspetterà, una volta varcata la soglia?
Un vasto cortile, nel quale troneggia una fontana – ottagonale come il castello – zampillante di acqua potabile e cristallina. La pioggia, viene saggiamente incanalata durante i temporali: dal terrazzo fluisce giù giù, fino alla cisterna sotterranea.
Lo scorrere dell’acqua ed il canto degli degli uccelli, saranno la colonna sonora del nostro soggiorno a Castel del Monte: un paradiso terrestre che celebra la natura, la bellezza e l’intelletto.
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LA BELLEZZA NON CONOSCE CONFINI
Gli incensi orientali bruciano senza sosta, perché l’imperatore ama solleticare i suoi sensi con profumi ricercati, concubine ammaliatrici, chiacchiere erudite e frequentazioni cosmopolite.
Poco importa da quale Paese arrivi, quale sia la tua religione: porta con te la tua saggezza, una dialettica stimolante, e sarai il benvenuto alla mia tavola imperiale.
Una cosa non potrà sfuggire al tuo occhio attento: la mancanza di uno stile predefinito, nessuna regia conservatrice che riconduca ad un’unica tradizione e scelta estetica.
Sembra che in questo castello siano convogliati il miglior gusto e la tecnologia più avanzata che il mondo possa offrire: italiani, francesi, bizantini, ebrei, greci, musulmani, e chi più ne ha.
Federico Stupor Mundi raccolse intorno a sé le maestranze più creative ed eclettiche, dando loro mano libera per creare qualcosa che non si era mai visto: un melting pot di culture e stupore.
UN’ARCHITETTURA VARIOPINTA
Otto le stanze al piano terra, otto quelle al primo piano.
In un percorso che appare quasi obbligato, attraversi ogni ambiente con stupore e divertimento. La breccia corallina la fa da padrona, incorniciando camini fantasmagorici; alle pareti dipinti talentuosi, mentre sui pavimenti ed i soffitti mosaici raffinati si mettono in bella mostra. Colonne classicheggianti attirano il tuo sguardo fino agli alti soffitti, sormontati da inaspettati costoloni – novità assoluta in Puglia.
LE TORRI
Le otto torri esterne, più che da vedette difensive, ricoprono un compito estetico – per chi le osserva da fuori – e meramente pratico dall’interno.
Quattro di esse fungono da vano scale e portano a destinazioni diverse: direttamente alla terrazza oppure al primo piano.
Le altre torri rivestono l’umile compito di gabinetti. Si, ma gabinetti d’alto bordo, visto che di così tecnologici non ne troverete molti, a metà del XIII secolo.
Vediamoli nel dettaglio, come se fossimo degli agenti immobiliari medievali, pronti ad illustrare il comfort avveniristico del castello:
- Confortevole antibagno
- Una prima zona dedicata ai bagni freddi, ed una seconda destinata alle funzioni fisiche
- Toilette fornita di sedile e scarico semi-automatico delle acque reflue, debitamente separate da quella potabile
- Luce soffusa e presa d’aria automatica, grazie alle feritoie presenti sulle mura
- Lavamano
- Acqua corrente, grazie ad un ingegnoso reticolo di canali interni, che gestiscono le acque piovane e la condensa casalinga
IL RIFUGIO DELL’IMPERATORE
Una volta uscito dalla zona bagno, ancora rapito dagli accessori high tech, procederai, stanza dopo stanza, fino a raggiungere una delle Torri che conducono al piano superiore, simile a quello precedente ma ancora più raffinato ed esclusivo.
É in questi ambienti che l’imperatore si muove con maggiore familiarità, e tutto deve essere perfetto ed armonioso. Qui incontra i suoi uomini di fiducia, la corte, gli ospiti giunti da lontano. Un crocevia di culture e dibattiti, stanze animate dal vociare di persone diverse, sedute le une accanto alle altre, sui sedili di marmo che corrono lungo tutte le mura.
É in questo piano che si nasconde l’ottava stanza, quella del trono – la preferita di Federico – quella dalla quale controlla l’accesso al castello, attraverso una saracinesca segreta.
Ed è proprio qui, dove regna il silenzio, che i pensieri si fanno più cristallini e l’animo suo di conquistatore, assume una veste più magnanima, perché: Insensati come siamo, noi vogliamo conquistare tutto, come se avessimo il tempo di possedere tutto.