Quando possiamo affermare senza ombra di dubbio di aver vissuto in un posto, piuttosto che in un altro?
Da viaggiatrice incallita mi faccio spesso questa domanda. Al mordi e fuggi, ho sempre preferito il viaggio stanziale. Non per pigrizia, quanto per assaporare il gusto di familiarizzare con qualcosa di nuovo. Andare al mercato, fare la spesa imparando profumi e sapori, riconoscere i volti ed i suoni di un quartiere entrando in sintonia con l’ambiente. Quando poi, i viaggi verso la stessa meta sono ripetuti, quando gli sconosciuti prendono nitidezza e, con un pò di fortuna, si trasformano in amici, tutto cambia sapore. Di quella felice abitudine, di quel ripetuto ritorno a casa, lontano dal paese in cui realmente vivi, credo si sazi, almeno in parte, la mia voglia di conoscere e di esplorare.
LANZAROTE NEL CUORE
A questo punto, posso affermare di aver vissuto a Lanzarote? Non saprei, posso solo dirvi che ogni volta che ci torno, ho tante persone benevole da abbracciare, con le quali la comunicazione è sottile e pura, nonostante il mio spagnolo improvvisato.
E so perfettamente dove fare la spesa! Quindi, giudicate voi.
Nel mio forziere dei ricordi, ho indelebili i barbecue rumorosi ai bordi della strada, il silenzio dei vulcani, le sferzate del vento sulla pelle abbronzata.
E poi, posso affermare con orgoglio di aver brindato ad un Nuovo Anno come solo i veri conejeros sono abituati a fare. Ho festeggiato il Capodanno a La Graciosa!
È passato del tempo, ma le tradizioni ci rassicurano proprio perché rimangono lì, ad aspettarci, granitiche come le scogliere di Famara.
Negli anni cambiano i protagonisti, ma il susseguirsi di suoni, colori e voci rimane lo stesso, fino a fondersi in un flusso che sa di eterno.
NAVIGANDO VERSO LA GRACIOSA
Avevamo fatto una grande spesa, caricato viveri e bevande sulla barca di un amico ed eravamo partiti da Puerto Calero-Lanzarote, alla volta de la Graciosa.
Per raggiungere questo angolo di paradiso, non avendo una barca privata a disposizione, ci sono trasferimenti programmati – detto tra noi, con il traghetto impiegherete soltanto 25 minuti, invece delle nostre cinque ore di traversata…
Avremmo trascorso tre giorni ancorati al porto, dormendo in barca e festeggiando per le vie dell’isola. Ad imbarcarci eravamo stati in sei, in realtà molti si sarebbero aggiunti nell’arco di qualche ora. Praticamente tutti i ragazzi che conoscevamo, stavano per raggiungere quell’isoletta che vive di turismo e pesca, che si può attraversare a piedi, e che tendenzialmente è un’oasi di tranquillità. In occasione della Nochevieja, tutto cambia: le case in affitto vengono prese d’assalto, le strade si animano di balli e barbecue estemporanei, ed è festa notte e giorno.
L’OUTFIT PERFETTO PER UN CAPODANNO FUORI DAGLI SCHEMI
Capodanno senza dress code sbrilluccicoso. Ne vogliamo parlare?
Se la notte precedente ci eravamo ritrovati tutti a brindare nei pressi di un bar, la sera di Capodanno erano i barbecue a farla da padroni. Ogni angolo era una riunione di amici che, seduti per lo più per terra, si intrattenevano intorno ad una brace.
Profumo di cibo abbrustolito, bicchieri di birra, canti e balli improvvisati. Gente che viene e gente che va, accordi di chitarra e cori stonati. Un po’ di sbornia, nessuno stress. In quel momento stavo vivendo Lanzarote, la sua gente, che era anche la mia e di cui osservavo i lati oscuri e la luce accecante.
E così l’anno vecchio scivolava via, in punta di piedi, tra le dune sabbiose.