Tornare in Costa Rica, per me, significa rivivere un sogno ricorrente.
La meraviglia di questo Paese fa gola a tanti e, di anno in anno, le novità che troviamo si riassumono facilmente:
- Confusione crescente
- Nuove, incontrollate costruzioni
- Traffico decuplicato
Tutto cambia così velocemente che, spesso torno a chiedermi:
Questo è ancora il Paese della Pura Vida?
La Costa Rica può essere ancora parificata al Paese della gioia di vivere, della semplicità, del benessere?
Nell’ansia costante che quel sogno si infranga improvvisamente, a causa del nuovo che avanza, nonostante tutto, devo ammettere che la Costa Rica è tutt’ora il nostro Paradiso Terrestre.
Queste sono le parole chiave che ritrovo di volta in volta, e che ancora non mi hanno mai tradita. Punti di riferimento dei quali ho un’inguaribile nostalgia, quando sono lontana da Playa Hermosa.
Ecco i fondamentali del mio senso della Pura Vida.
FRAGRANZE
In un viaggio così lungo come quello dall’Italia alla Costa Rica, i mezzi di trasporto si alternano, le persone che si incrociano molteplici, così come anche gli odori.
Poi, dopo un giorno o forse più di pellegrinaggio, approdi al giardino dei tuoi momenti felici, il Batik. Ed eccolo li, immobile ma sempre in divenire: l’albero di Ylang Ylang.
Il profumo dei suoi fiori mi avvolge come un abbraccio, rinnovando un benvenuto fatto di ricordi magici, amici, pomeriggi sonnolenti, tramonti inebrianti.
Se c’è stato un Eden, sono convinta che abbia avuto quel profumo.
OFFLINE
I nostri telefoni in Costa Rica dipendono esclusivamente dalla connessione wi-fi.
Niente di estremamente geniale.
Per gran parte della giornata, però, il mio cellulare si trasforma esclusivamente in macchina fotografica portatile. Il mondo al di là della spiaggia rimane fuori.
Nessun aggiornamento spasmodico su chi come cosa.
Nessun messaggio. Nessun beep-beep.
E allora, ecco che fiumi di libri finiscono alla velocità della luce. E quando non leggo, i miei occhi si aprono a ciò che mi circonda realmente, non virtualmente.
Ricomincio ad osservare cosa c’è fuori del black mirror. A volte quello che vedo sono le onde dell’oceano, la gente che passeggia, i cani che si rincorrono.
Altre volte i miei occhi si ancorano al vuoto, guardano un punto fisso che non esiste, ed intravedono l’infinito.
CAMMINARE
Da anni ormai non posso praticare nessun tipo di sport.
Vivo la mia malattia in una comfort zone che mi sono costruita nel tempo: al suo interno, i miei giorni hanno una parvenza di normalità. Al di fuori, tutti i sintomi fisici ed emotivi di una neoplasia cronica si ripresentano a fauci spianate.
Prima di approdare a questa ultima, deprimente diagnosi, i miei trascorsi medici erano già abbastanza burrascosi. Una fase propedeutica alla prova più difficile, come una ranetta che da anni è abituata a destreggiarsi nell’acqua che man mano diventa sempre più bollente.
Camminare per me è l’ultimo scampolo di attività fisica che mi dia la piacevole sensazione di benessere sportivo e gambe leggere.
Playa Hermosa è una spiaggia che si sviluppa per chilometri. Durante la bassa marea, la lingua di terra si allunga inverosimilmente, i raggi del sole si riflettono sul bagnasciuga evanescente, e ti sembra di fluttuare tra le nuvole.
Ed è in quei momenti che il mio fiato prende vigore e le gambe non si stancano mai. Cammino, cammino per ore, rubando energia al sole cocente, al tepore della sabbia, all’aroma della salsedine.
PRIMORDIALI SILENZI
Per voi cosa è il silenzio? Per me è l’assenza di suoni umani.
Assenza di motori, sirene, schiamazzi.
Eliminare l’artificiale e tornare ai primordi.
Spesso, in Costa Rica, mi basta chiudere gli occhi per avere la sensazione di essere rimasta l’unica persona al mondo. In quei momenti il tempo si ferma.
Versi di uccelli, sciabordio delle onde, urla di scimmie in lontananza.
In quell’istante, le mie orecchie recepiscono un concerto sinergico che è vero in quell’attimo, come fu altrettanto reale migliaia di anni fa.
BIODIVERSITÁ
Svegliarsi con il verso acuto del Blue Jay, che sembra urlarti: ehi tu, è l’alba, che fai ancora a letto?
Infilarsi il costume come prima cosa, uscire in giardino e trovare una scimmia che rumina una foglia di palma, proprio sopra la tua testa, con quello sguardo un po’ così… di sfida e menefreghismo.
Le mie giornate in Costa Rica sono all’insegna della sorpresa continua: la rana in amore, il ragno dal quale fuggi, il timido armadillo, la farfalla dagli inusitati colori.
Un maxi schermo di sfumature, colpi di scena, suoni e profumi nel quale ti immergi, per vivere in prima persona la meraviglia.
CIBO
La nostra prima volta a Santa Teresa de Cobano, mangiammo quasi esclusivamente fuori. I classici italiani che bramano il ritorno a casa con relativa pasta al dente, cicoria ripassata e prosciutto stagionato.
Poi abbiamo scoperto la gioia di acquistare i prodotti locali e cucinare.
Frutta eccezionale e pesce fresco, soprattutto.
E poi, quella selezione naturale di negozi di fiducia, che garantiscono anche in mezzo alla giungla, pizza sopraffina, bombe alla crema e pane croccante.
Low carb, non ti conosco.
TRAMONTI
Il calore si attenua. I bambini escono a giocare. Gli amici si riuniscono.
Il cielo si tinge di fucsia, avio, rosa shocking, porpora. Tutti si riversano in spiaggia.
Ladies and Gents, ecco a voi il gran finale dalle milioni di repliche, ma che non conosce calo di audience : il tramonto.
TEMPORALI
Devo ammetterlo, non sono una grande estimatrice della pioggia.
A Roma, per lo più, la trovo deprimente, pur riconoscendole un’importanza imprescindibile e ringraziandola umilmente.
Nella pratica, sono la classica profana che si augura che piova nella sua città nel momento più opportuno: quando la sottoscritta è altrove.
In Costa Rica la pioggia si riversa a secchiate per un lungo periodo, e noi torniamo sempre in quella zona a cavallo tra la stagione per così dire “umida” e quella secca.
Questo significa che per lo più c’è il sole, ma poi arrivano quei temporali maestosi.
Però, bagnarsi non costituisce un problema, perché le temperature rimangono calde. Non ci si chiude in casa, piuttosto ci si siede nel patio, e si rallentano ulteriormente i ritmi vitali.
Si osserva la Natura che con l’acqua esplode ulteriormente di colori e vita, e si riesumano gli stivaloni di gomma, per fronteggiare il fango che dilaga.
AMICI
In Costa Rica il tempo si dilata.
Anche se da fare ce n’è tanto, è più facile frequentarsi, condividere momenti preziosi, che siano lunghe cene o il battito d’ali di un tramonto.
Le persone, di qualsivoglia nazionalità, sono sorridenti, aperte alla chiacchiera, generose di abbracci.
Salutarle alla fine del viaggio è la prova più dura, perché in quella spiaggia lontana, abbiamo trovato una vita parallela, costruita negli anni grazie agli affetti, alle risate, ai lunghi sguardi condivisi.
SURF
LAST, BUT NOT LEAST…
Le nostre mete preferite rimangono gli spot surfistici, per ovvi motivi di pace familiare.
A Playa Hermosa il nostro equilibrio di coppia raggiunge i massimi livelli: ci sono onde tutti i giorni, davanti casa. Emanuele è felice, io sono felice.
Lui surfa, io mi godo il sole, le camminate, i tramonti, i profumi ed i silenzi.
Poi, ogni tanto, ci incrociamo sulla spiaggia e torniamo a casa insieme 🙂
Perché amare, è libertà.