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Desperate Surfer's Wife

  >  Storie DSW   >  Eatineraries   >  GUIDA SMART: COSA MANGIARE IN ROMANIA

SAPORI DI UNA VOLTA

La cucina rumena è il frutto di un mix di culture che si perdono nel tempo e fa parte della tradizione balcanica.

Dalle invasioni ottomane alle influenze austroungariche e tedesche, ai sapori della Russia. Anche i nomi dei piatti più famosi, affondano le loro radici nel Medioevo, nella lingua turca, piuttosto che ungherese.

I prodotti della terra vengono cucinati in maniera semplice, si fa grande uso di spezie, burro e formaggio e non si bada troppo alla presentazione. Ciò che importa è la sostanza! 

Le zuppe e la carne alla griglia sono tra i piatti preferiti, un’agricoltura che ricorda quella dei nostri primi anni del ‘900 ed animali che crescono e brulicano liberi per le vallate, fanno si che gli ingredienti siano di prima qualità e molto saporiti.

Ogni regione va orgogliosa delle proprie specialità, quindi lasciatevi guidare dall’istinto, andate alla ricerca delle locande più rustiche, ma fatevi tentare anche dalle proposte gourmet. In Romania, abbiamo trascorso tra le più belle serate della nostra vita, a suon di cibo ottimo e vini prelibati.

Se invece vuoi gustare i sapori rumeno-ungheresi direttamente da casa, prova a cimentarti ai fornelli, e cucina il vero Gulyàs ☺️

CIORBA

Alla base dell’alimentazione quotidiana, come il nostro piatto di pasta, si differenzia di regione in regione.

Si tratta di un piatto dalle origini molto povere, quindi senza ingredienti prefissati, ma composto da quello che i contadini avevano in dispensa. Sostanzialmente, è un brodo di verdure nel quale si cuociono polpette di vario genere.

Quella di Perişoare è con polpette di maiale, riso e spezie. In origine la carne non era presente, in quanto ingrediente troppo costoso. La troverete a base di trippa, verdure, pollo, pesce e chi più ne ha, spesso accompagnata da panna acida.

 

SARMALE

Altro piatto inconfondibile della cucina nazionale rumena e balcanica. I classici involtini di foglie di cavolo, farciti con carne macinata, riso e cipolla.

La ricetta deriva dai sarma – involtini agrodolci di foglie di vite, tipici della cucina turca. In mancanza delle foglie di cavolo, anche in Romania si utilizzano quelle di vite.

 

Non esiste ricorrenza rumena dove il sarmale non venga servito, anche in occasione dei funerali. Durante la quaresima ortodossa, che vieta il consumo di carne, questi involtini vengono farciti di riso e verdure.

 

PLACINTA

La parola deriva dal latino e significa placenta. Gli eserciti romani mangiavano questa focaccia dolce quando erano in guerra.

La versione rumena è di ispirazione ottomana; anche questo piatto è immancabile sulla tavola rumena delle feste. Si tratta di una sfoglia salata ripiena di carne, formaggio ed erbette.

Ne esistono diverse varianti, la versione dolce è una sorta di millefoglie, farcita con marmellata di mele, frutta secca, o formaggio dolce.

 

MAMALIGA

A base di mais, è un pasticcio che somiglia molto alla nostra polenta.

Fu introdotta nell’allora Dacia, durante la dominazione Romana.

Oggi diffusa in tutta la Romania, varia di regione in regione per forma, dimensione e condimenti. Diventa piatto unico se accompagnato da formaggio di pecora – brânza – cipolle in padella, oppure uova, pesce salato, polpettine di fegato o pollo.

Anche Bram Stoker, nel suo Dracula, parlava di questo piatto: Per colazione ancora paprika, una specie di semolino di granoturco che chiamano mamaliga …”.

 

COZONAC

Dolce tipico dell’Est Europa, in Romania si prepara in occasione di Feste e ricorrenze, come anche a Natale e soprattutto a Pasqua.

Si tratta di un impasto di farina, noci, latte, cioccolata ed aromi.

Non estremamente dolce, rimane soffice per diversi giorni e somiglia ad una grande brioche intrecciata. Il suo profumo invade la cucina di una dolce fragranza, da far venire l’acquolina in bocca.

 

PALINCA

La bevanda più famosa della Transilvania, risalente addirittura alla metà del 1500. Si tratta di un’acquavite, per lo più di prugne, che non manca mai sulle tavole dei contadini transilvani, e non solo.

La Palinca transilvana è del tutto naturale ed ottenuta dalla fermentazione alcolica della frutta, non si può dire che sia leggere: raggiunge anche i 65°.

Quello che vi consiglio è di acquistarla nei chioschi che sorgono lungo la strada nelle zone rurali o montane, fatte in casa dalle famiglie del posto. E di portarvene a casa una bella scorta da regalare, ottima come digestivo.