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Desperate Surfer's Wife

UNA TOMBA FUORI MISURA

Alla soglia dei cinquant’anni o giù di lì, l’Imperatore Adriano pensò bene che era giunta l’ora di riflettere sulla tomba di famiglia.

Eravamo intorno al 128 d.C. Non sappiamo bene come fosse messa l’affluenza alle necropoli in quel periodo, fatto sta che Adriano, pensò bene che fosse più semplice costruirsi un Mausoleo personale, piuttosto che richiedere un fornetto al Municipio.

Il povero Adriano, morì giusto un anno prima che il suo modesto sepolcro di 48 metri di altezza, fu completato nell’area cosiddetta dell’Ager Vaticanus. Una zona periferica dell’Urbe, destinata per lo più alle sepolture,  alle ville aristocratiche ed ai culti esotici.

Fu il suo successore, Antonino Pio, che si preoccupò di consacrare il sepolcro, una volta ultimato, e di trasferirvi le spoglie del suo illustre predecessore. Era nata la Mole Adriana. Per circa ottant’anni, i resti dei successori di Adriano vennero tumulati nella Mole, poi pian piano, questo colosso ai confini di Roma, iniziò a ricoprire le funzioni più disparate.

LE MURA AURELIANE E LA NASCITA DI BORGO

Aureliano lo inserì nel programma di fortificazione della città, per  contrastare  gli  attacchi dei barbari. Una cinta muraria di 18 km che conosciamo bene: le Mura Aureliane.

Bisogna arrivare al 547 d.C. perché il Mausoleo arrivasse agli onori della cronaca come fortezza inespugnabile. Un nugolo di barbari aveva tentato di penetrare all’interno della struttura e, nell’impossibilità di farlo, si accampò a tempo indeterminato presso il suo lato Ovest. E fu così, che nacque il quartiere BORGO, da Burg = villaggio in tedesco.

IL MEDIOEVO CHE AVANZA

Durante il Medioevo, la Mole fu contesa dalle  famiglie patrizie che man  mano si avvicendarono al controllo  di Roma. Carcerazioni, scandali, vendette, rivolte popolari, al centro delle quali spiccava sempre il nostro caro Mausoleo.  Fino ad arrivare agli Orsini, che ne controllarono le vicende per tutto il Duecento. Fu  durante questo periodo che papa Niccolò III lo trasformò in propria residenza, avviando un restauro dei locali interni, per abbellirli e renderli degni del capo della Cristianità.  Alla fine del secolo, Bonifacio IX la trasformò definitivamente in una fortezza. A metà del Quattrocento, Niccolò V ridiede alla Mole la funzione di residenza papale, e al posto della quadriga imperiale originale, pose in cima al mausoleo un angelo che svettava dalla sua cima.

I DESTINI AVVERSI DI UN ANGELO

Nasceva Castel Sant’Angelo. In realtà, nel corso degli anni diversi Angeli si erano già succeduti in cima alla Mole. Una versione in legno, distrutta dalla consunzione. Un Angelo di marmo, distrutto nel 1379 durante un assedio. Sostituito nel 1453, proprio  grazie a Niccolò V, da un altro messaggero alato, sempre in marmo, colpito da un fulmine che fece esplodere la polveriera…e buonanotte ai suonatori e all’angelo!

Nel 1527, una nuova statua prendeva il posto delle precedenti, stavolta in bronzo. Ma si sa, in tempo di guerra tutto serve, quindi ad un certo punto, venne fuso per costruirne dei cannoni.

Insomma, essere l’icona di Castel Sant’Angelo non è che portasse proprio fortuna… Dobbiamo arrivare al 1753 per avere un Angelo in pianta stabile, quello di Peter Anton von Verschaffelt, che solennemente rifonde la sua spada, piena di significato.

Ma torniamo a noi, eravamo rimasti a metà del Quattrocento. Facciamo un rapido balzo in avanti, altrimenti non la finiamo più.

DAL SECOLO DI FERRO AL  RISORGIMENTO

Tra il Seicento ed il Settecento, il castello venne trasformato in deposito d’armi. All’interno della fortezza viveva una guarnigione di 500 uomini: un vero e proprio paese, con tanto di fonderia, silos per il grano, ospedale e cappelle. Nei sotterranei c’era anche un magazzino dedicato alla neve, preziosa per conservare il cibo durante l’estate. Durante l’Impero Napoleonico, con Roma occupata dall’esercito, la guarnigione presente nella fortezza dovette arrendersi, fu così  che i francesi ne presero il potere.

Lo stendardo pontificio veniva sostituito con il tricolore francese, ed anche la statua bronzea dipinta di bianco, blu e rosso. Oh, my god!

Dopo i francesi, fu la volta del Regno di Napoli.

Quando infine, anche i soldati borbonici dovettero sloggiare, per restituire il maltolto al Papa, portarono via con loro tutto quello che poterono. Mobili, arredamenti, vetri, tubi idraulici, e chi più ne ha.

Con l’annessione di Roma allo Stato Italiano, eravamo ormai al 1870, Castel Sant’Angelo perdeva la funzione di fortezza a difesa della città vaticana. Dopo più di 1600 anni di onorevole carriera, e variegate vicissitudini.

TEMPI  MODERNI

Durante le Due Guerre mondiali, fu adibito a deposito delle opere d’arte più importanti della penisola, ed anche a rifugio per la popolazione, durante i bombardamenti della Seconda.

Ma arriviamo ai nostri tempi, quelli di una Grande e Decadente Bellezza, durante i quali Castel Sant’Angelo è adibito a Museo stabile e sede di rassegne d’arte, musica e teatro. Nonché di eventi speciali…Qualche decennio fa, ero ancora giovane e bella, ricordo di essere andata ad un party, proprio a Castel Sant’Angelo, organizzato da qualche azienda automobilistica di lusso. Dal momento che ero giovane e bella, ero anche tendenzialmente più superficiale, e mi sembrò normale che champagne e chiacchiere stupide sgorgassero tra quelle mura. Ora gli inviti di quel genere sono più rari, quindi ho il tempo per ragionarci su e chiedermi: o immortale Adriano, era questo il destino che avevi immaginato per il tuo maestoso mausoleo?

MITI E LEGGENDE…TO BE CONTINUED

No, vabbè. Ma non vi ho ancora parlato dei miracoli, fantasmi e le leggende legati alla storia del Castello?!?

Si è fatta una certa, quindi rimandiamo questo capitolo ad un altro momento! Vi do solo qualche anticipazione: l’Arcangelo Michele, Beatrice Cenci e Mastro Titta.