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Desperate Surfer's Wife

  >  Storie DSW   >  Lanzarote: l’isola di Saramago, Kubrick e svariate Desperate!

“Il piacere profondo, ineffabile, che è camminare in questi campi deserti e spazzati dal vento, risalire un pendio difficile e guardare dall’alto il paesaggio nero…”

José Saramago amava Lanzarote al punto da sceglierla come ultima dimora, quando era già settantenne. Da premio Nobel aveva a disposizione il mondo, ma si fermò al cospetto del paesaggio lunare e misterioso di un’isola dell’Atlantico.

Non mi stupisco della sua scelta.

L’ISOLA DELLE SORPRESE

Sto cercando di ricordare la mia prima volta a Lanzarote, ma la memoria fa confusione.

Più che i momenti, e ce ne sono tantissimi, sono le emozioni a prendere il sopravvento, quelle che si insinuano nel profondo e non ti mollano più, fino a cambiarti.

Chi avrà fatto tappa a Lanzarote durante una crociera, visitando in mezza giornata i punti di maggior interesse turistico, probabilmente non comprenderà a fondo questo mio trasporto. Non puoi capire quest’isola, fino a quando non ti sei immerso nel silenzio delle sue spiagge ventose, o camminato per ore lungo i versanti dei suoi vulcani.

Ricordo però la seconda volta, il mio arrivo in aeroporto: Emanuele era li già da qualche settimana, aveva affittato casa per una full immersion surfista di diversi mesi. Doveva venire a prendermi.

Arrivò con un’oretta di ritardo: in quei sessanta minuti – non era ancora il tempo di what’sapp e della connessione continua – avevo immaginato ogni cosa tra le più truci. Non ero preoccupata di incidenti o impedimenti contro la sua volontà, più che altro già prefiguravo che non mi amasse più e che semplicemente fosse impegnato in qualcosa di meglio.

Paranoia, il tuo nome è donna.

Il livello di depressione aveva già superato i limiti di sopportazione, che eccolo apparire su una macchina di quarta mano – a Lanzarote non importa cosa guidi: basta che ti porti a destinazione. Attitudine che trovo assai rassicurante.

Per fortuna, il viaggio dall’aeroporto a casa fu breve, quindi il mio repertorio di lamentele e sospiri fu spezzato quasi sul nascere, quando entrammo in casa.

Ad attendermi c’era una distesa di candele accese, ed il più grande assortimento di leccornie che avessi mai visto! C’erano i biscotti alla cannella che preferivo, le olive ripiene di alici – le classiche Aceitunas Rellenas de Anchoas – di quei piaceri che una tira l’altra, fino ad esaurimento! Caramelle e croccanti acquistati nell’erboristeria di una nostra amica, meglio che la calza della Befana. Per farmi quella sorpresa, Emanuele aveva girato tra i nostri negozi preferiti, selezionando solo ciò che poteva farmi felice.

A Lanzarote c’è tempo: nessuna frenesia cittadina, poco stress, ritmi dilatati. In questo mix di ingredienti magici, si ritrova il gusto di coltivare i propri hobby, suonare uno strumento, fare sport e preparare sorprese per le persone che ami.

ROUTINE QUOTIDIANA A LANZAROTE

La nostra giornata tipo era scandita da un momento imprescindibile: la ricerca dell’onda giusta, attività questa che, nella migliore delle ipotesi, poteva impegnarci diverse ore. Tutto il resto era un corollario che poteva attendere.

Per inciso: una volta siamo saliti in auto alle nove del mattino ed Emanuele ed i suoi amici, dopo una giornata di interminabili valutazioni meteo-surfistiche, hanno deciso di entrare in acqua al tramonto.

Follia surfista: scegliere un’isola tranquilla, tendenzialmente senza traffico, e trascorrere il tempo in auto. Io aggiungerei, refusi di romanità difficili da trascendere: il Grande Raccordo Anulare ce l’abbiamo nel sangue, per quanto ce ne allontaniamo disgustati, periodicamente necessitiamo di una dose massiccia di CO2.

Meglio trovare scuse cittadino-patriottiche, che fossilizzarsi sul concetto di idiozia cieca, più romanticamente chiamata: ricerca dell’onda perfetta, anche nei giorni di piatta.

LA SANTA: IL TEMPIO DEGLI SPORTIVI

Se vi troverete nei pressi de La Santa, tra gli spot surfistici per eccellenza, magari tra un bagno e l’altro vi farà piacere visitare il Club La Santa. Si tratta di uno dei resort sportivi più famosi in Europa, con oltre 30 tipi di sport indoor, outdoor ed acquatici. I prezzi non sono esattamente popolari, infatti noi non vi abbiamo mai messo neanche piede…però si vocifera che grandi atleti vadano a trascorrerci lunghi periodi di allenamento e riabilitazione. Un tempio della bellezza e del benessere fisico e mentale, a due passi dall’oceano.

Una volta a La Santa, avete due possibilità: quella di procedere verso nord, in direzione di Orsola, che io consiglio sempre e che ho già avuto modo di elogiare in un altro articolo – Le goie del Fai da Te, Lanzarote ed i suoi segreti.

Oppure di scendere in direzione sud ed attraversare il Parco del Timanfaya.

LE MERAVIGLIE DI UN PARCO PREISTORICO

Non mi soffermerò ad elencare le peculiarità naturalistiche e paesaggistiche di questo luogo incantato.

Quando vi troverete a percorrere quelle strade infinite ed immerse nel preistorico, spegnete la radio, smettete di parlare per un momento ed assaporate il silenzio. Lasciatevi pervadere dall’energia di quella distesa di lava; i fumi vulcanici possono anche essersi spenti da secoli, ma la potenza del loro fuoco è eterna e tangibile, pur essendo ormai inoffensiva. T

ornando ad essere più consapevoli e presenti, riusciamo a sentire la terra che ci comunica sensazioni inimmaginabili. È qui che Stanley Kubrick ambientò alcune scene del suo 2001 Odissea nello Spazio, perché in queste distese c’è veramente qualcosa di extra terreno.

Lo capirete solo vivendo e prenotando la vostra prossima vacanza a Lanzarote!

Detto questo, vi consiglio di noleggiare un’auto ed evitare i bus turistici, Lanzarote merita di essere visitata con i propri ritmi.

Fermatevi quando un paesaggio attira la vostra attenzione, guardatevi intorno, ascoltate!

Poi, se proprio insistete, fatevi un giro in cammello tra i vulcani del Timanfaya, pranzo incluso nel tour.

Io non l’ho mai fatto, quindi mi astengo da commenti, però sento il dovere morale di consigliarvi altro, ad esempio, godersi il tramonto tra le colline de la Geria, sorseggiando del vino locale.

A Lanzarote di vino se ne produce, ed anche di molto buono.

Ora, mi auguro proprio che la domanda vi sorga spontanea: come fa un’isola battuta dal vento, poco piovosa ed immersa nell’oceano a produrre ottimi vini?

UN BRINDISI ALLA VITA!

La Geria is the answer: una buca nel terreno arido, di forma conica e scavata attraverso gli strati dell’inconfondibile ghiaia autoctona, nera e friabile, al centro della quale viene piantata la vite. Questo barbatrucco fa si che le piante siano riparate dal vento e conservino l’umidità giusta a farle crescere.

Il territorio vulcanico di Lanzarote è estremamente fertile, l’aspetto brullo dell’isola è dovuto per lo più alla mancanza di piogge.

IL RISVEGLIO DI MADRE NATURA

Ricordo un anno, era novembre ed una mattina ci svegliammo sotto una pioggia torrenziale. Madre Natura stava facendo il suo corso, finalmente.

Dopo l’entusiasmo iniziale – erano già trascorsi un paio di giorni di temporali incessanti – cominciarono ad allagarsi soggiorno e cucina.
Le case o per meglio dire le finestre, non sono strutturate per contrastare una pioggia persistente.

La cosiddetta Mano Santa di Madre Natura ci aveva già ampiamente stufato, lo dico con un pizzico di vergogna, quasi a rimpiangere la siccità. Beh, piovve per circa dieci giorni, senza tregua. Gli anziani del posto affermavano di non aver mai visto precipitazioni così copiose in tutta la loro vita. Dal canto nostro, quali Ghiri un pò egocentrici, ci prendevamo il merito di questo inaspettato clima londinese trapiantato alle Canarie, affermando con orgoglio che era merito dei sottoscritti e della cattiva stella che perseguitava le nostre vacanze.

Ammettiamolo, non è che si possa sempre essere premi Nobel di buon senso ed altruismo.

In quelle lunghe giornate uscimmo poco, presi dal malumore e dall’umidità, oltre che dal raccogliere l’acqua dal pavimento.

Quando uscì finalmente il sole ci spingemmo di nuovo oltre la nostra gocciolante comfort zone. Dopo pochi km accostammo la macchina, meravigliati dallo spettacolo che avevamo di fronte. Il paesaggio era completamente trasformato: qualche sconosciuta potenza cosmica ci aveva teletrasportati dalla brulla Lanzarote alle verdi colline irlandesi.

Il mondo era fiorito sotto ai nostri occhi, ad una velocità extra-terrestre, tanto da stentare a crederci: la vita intorno a noi pulsava, in un’esplosione di colori e Natura.

Meravigliarsi dovrebbe essere lo scopo di ogni viaggio, e non bisogna andare molto lontano, a volte basta sintonizzare i sensi ad un livello più alto, abbassando le difese e volgendo lo sguardo oltre il nostro naso.

Adesso, a distanza di anni, ringrazio quella pioggia provvidenziale, sia per i pomeriggi pigri passati in casa, le lunghe scorpacciate TV in compagnia di Vanda, Martina, Sandro – perché giustamente tutti avevano deciso di raggiungerci proprio in quei giorni – sia per la rigogliosa sorpresa finale.

LASCIATEVI SEDURRE DAI FUORI PROGRAMMA

Avevo iniziato con la buona volontà di elencarvi la nostra giornata tipo dandovi consigli su dove andare e cosa fare. In realtà, di abitudini stereotipate ne abbiamo poche, anche se apparentemente la vita della moglie del surfista potrebbe apparire come una lunga sequela di spiagge, onde e lunghe attese.

Per quanto riguarda i consigli di viaggio: Lanzarote è un’isola che per lo più si regge sul turismo, ma che riserva tanti spunti inaspettati, per chi vorrà trovarli.

Allontanatevi da Playa Carmen e Puerto del Carmen se cercate lpace e tranquillità, per il resto visitate sicuramente quello che vi consigliano le guide turistiche, ma con la vostra macchina, con la bicicletta e comunque  ai vostri ritmi. Fermatevi a parlare con le persone, godetevi il tramonto infuocato sulla spiaggia di Famara, imbucatevi in uno dei barbecue improvvisati per le stradine locali, arrampicatevi su uno dei suoi vulcani, alla portata di ogni scalatore della domenica.

Vivete l’isola, anche se solo per il breve tempo di una vacanza.