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Desperate Surfer's Wife

  >  Amiche di tastiera   >  DIANA E LA SUA PRIMA SURF-AVVENTURA

GALEOTTO FU CARLOFORTE

Diana, Mario e il piccolo Giò vivono a Carloforte.

Ce l’avete presente?!? L’Isola di San Pietro, in Sardegna. No, vabbè, il PARADISO! Mettetela nella Wish List delle prossime vacanze, che prima o poi ste barriere interregionali cadranno, no?!

E quando sarete li, non stupitevi  se sentirete parlare genovese, San Pietro è una famosa enclave ligure, in terra sarda.

Diana è di Vercelli, un giorno incontra Mario e si innamorano.

Un altro giorno lei si trasferisce a Carloforte.

Un altro giorno diventa surfista anche lei, ed aprono una scuola surf, Sup Adventures. Un giorno, più nove mesi dopo, nasce Giò.

E noi in tutta questa meraviglia cosa c’entriamo?!

Una decina di anni fa, eravamo ospiti di un amico in barca, il mitico Lele Panzeri, a Carloforte appunto. Era un ponte di maggio, se non ricordo male, sicuramente non dimentico che per quattro giorni non fece altro che piovere. Quadrature cosmiche tra weekend lunghi e meteo avverso, un classico.

Io chiusa in barca a leggere, in attesa del poker serale con Manu, Lele ed il marinaio.

Manu in giro a surfare, of course. Un giorno torna tutto felice, raccontandomi di aver conosciuto un ragazzo veramente carino, Mario.

Indovinate dove si erano conosciuti? Non ricordo bene se su un traghetto o in line-up, vabbè, c’era comunque di mezzo il surf.

Andiamo al racconto di Diana ed il suo battesimo da surfista in Australia ??

Mi avete chiesto di raccontare qualche aneddoto della nostra vita surfistica condivisa….ed eccolo qui, un bell’aneddoto che fa capire una cosa, ben chiara: NON SCEGLIETE VOSTRO MARITO COME INSEGNANTE DI SURF!!!

Era il 2009, stavamo insieme da pochi mesi, quando ci siamo avventurati in un viaggio oltreoceano, iniziato in Australia e continuato in Indonesia.

LA MIA PRIMA TAVOLA

Arrivati a Sydney il mio futuro marito, probabilmente ritenendomi una campionessa di surf in erba, mi ha comprato una tavola da lui ritenuta “molto galleggiante” di ben 6’6 piedi.

Ragazzi, 2 metri e poco più…per chi non se ne intende, le tavole da principianti sono di circa 3 metri, spesse il doppio e larghe 20 cm in più…

Ma anche io mi sentivo fiduciosa, avendo sempre avuto una vita sportiva di successo, ed essendo fisicamente in forma, e quindi via…a pagaiare per i mari dell’Australia.

LO STEREOTIPO DELLA SURFISTA

Ora vi immaginerete una bella ragazza bionda, capelli lunghi, bikini della Roxy super contenitivo, tavola sotto braccio, tuffo in acqua e via, due pagaiate ed è sul picco.

Anche io mi immaginavo così…e invece…
Innanzitutto sono mora, e vabbè.
Costume Roxy non ne avevo, e quindi vai di triangoli della Decathlon. La tavola sotto braccio forse sono anche riuscita a tenerla, si quello si… Foto di rito da poser e via, in acqua.

Faccio due pagaiate e Mario è già sul picco.

Tempo di rendermi conto che fossi sola e arriva un’onda ENORME!!

…ma dalla spiaggia non sembravano così grandi, dev’essere montato il mare tutto d’un colpo, si sicuramente…

E via, gira e gira, ma dov’è la superficie, dov’è la tavola, oddio mi tira un piede, speriamo non vada in testa a nessuno, ma dov’è il mio bikini a triangolo???

Ok, recupero tutto, tavola, bikini, coscienza, bevo mezza Bondi beach ma non demordo.

Diana non molla, no! E’ questo ciò che ho imparato in 20 anni di scherma, a sfidare l’avversario in 3 minuti di massima concentrazione.

AMICI DA SEMPRE

A fianco a me il mio amico di una vita Simon, anche lui alle prime armi, arranca verso il picco, e ci facciamo forza…Mario ormai era là, all’orizzonte lontano, un surfista biondo che si confonde tra gli altri 4.385.950 surfisti biondi, a fare cut-back sulle onde australiane. Il sogno di ogni surfista, come biasimarlo?

ARRIVA L’ONDA

Io ci provo ma ad ogni onda in testa mi sento soffocare, come se stessi affogando. Arriva, ti tira giù e non sai nemmeno se sei rivolto verso il fondo o verso la superficie, con il terrore di toccare qualche scoglio con i piedi, o che ti arrivi in testa la tavola, e inizi a chiederti quando riemergerai, e ti senti mancare il fiato, e arriva il panico. Oddio affogo…

…ma no, riemergo, prendo fiato, mi guardo attorno, e via altra onda altro giro di lavatrice. Di Mario nessuna traccia.

Dopo 3 o 4 bombe in testa davvero non ho più fiato ed inizio a chiedere aiuto, ed eccolo, col suo bel sorriso, abbronzato, felice, che mi guarda mentre piango e mi dice, ridendo: Amore ma guarda che sei proprio tonta…si tocca!

Vi dico solo che ne ride ancora oggi, dopo 12 anni!

PRIMA REGOLA: PRENDETE LEZIONI DI SURF DA UN ESTRANEO!

E niente, il viaggio successivo, in Brasile, ho preso lezioni da un insegnante che, indubbiamente perché pagato, stava con me, mi incoraggiava, mi spiegava, mi ha dato una tavola il doppio di quella che avevo, ed HO IMPARATO!

Ho imparato a non affogare, a far bene le foto da poser (rigorosamente con costume ultracontenitivo Roxy), e soprattutto ho imparato che non bisogna MAI chiedere ai propri fidanzati, mariti, compagni, di insegnarti a surfare, perché tu VERRAI SEMPRE DOPO LE ONDE. Questo non solo a mare, ahimè.

Allora non lo sapevo, e l’avrei capito dopo mooolto tempo!

p.s. la tavola 6’6 non ho ancora imparato ad usarla.

Comments:

  • Diana

    13 Maggio 2020

    Eh forse avrei dovuto farlo anche io da subito ???

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